Una Sapienza per i Perfetti – di Ettore Vellutini

Tommaso Palamidessi dà una definizione dell’Archeosofia (parola da lui coniata, composta da Archè che vuol dire Dio, principio dei principi, e Sofia, che corrisponde a Scienza, Sapienza) citando San Paolo nella Lettera ai Corinzi (2:6-16) ed ai Colossesi (1:26):  Sapienza Perfetta 2

Tra i perfetti noi parliamo di sapienza, ma non di sapienza di questo mondo, né dei potenti di questo mondo che vengono distrutti, bensì parliamo di una sapienza di Dio avvolta nel mistero, che è stata nascosta, e che Dio predestinò prima dei secoli per la nostra gloria“. Leggendo bene questa definizione di San Paolo possiamo cercare di approfondire alcuni passaggi che meglio circoscrivono e ci danno indicazioni sulla natura più profonda della Tradizione Archeosofica. Per prima cosa mi sono chiesto che cosa si intende qui per perfetti. Risalendo all’etimologia del termine perfezione scopriamo che deriva dal latino perfectus che significa compiuto, perfetto compimento. Sapienza Perfetta 3

Si potrebbe ipotizzare che per usufruire di questa Sapienza primordiale occorre esser diventati compiutamente perfetti. Questa idea potrebbe essere giusta se consideriamo la Gnosi una conquista graduale dell’uomo che si innalza alle altezze celesti della conoscenza sorretto dalla Grazia divina, fin dove egli può arrivare in quanto creatura, perché il resto può farlo solo Dio stesso che è padrone e fonte della Sapienza.
Però San Paolo scrisse in greco. L’equivalente del latino perfectus in greco è teilos, da cui deriva il termine teleiotes, che vuol dire completezza. Aristotele nel suo quinto libro sulla metafisica scrive che completo è “ciò che contiene tutte le parti necessarie”.

Sapienza Perfetta 5Quindi per perfetti San Paolo indica uomini e donne completi, adatti perciò alla ricerca e al ricevere una Sapienza senza rischio di profanazione né di cattivo uso. Chi non si trova in queste condizioni infatti potrebbe profanarla e anche usarla in modo dannoso per se stesso  ed il prossimo.
Tommaso Palamidessi specifica che per perfetti San Paolo intende “coloro che sono più evoluti, più completi e spirituali, e capaci di capire come orientarsi nella vita del corpo e dello spirito senza più essere confusi e alla ricerca della Via” (T.Palamidessi – La Spiritualità dei Numeri Sacri).

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Nei tre attributi citati da Palamidessi (evoluti, più completi e spirituali) si esprime l’idea aristotelica, poi ripresa da Tommaso d’Aquino nella sua “Summa Teologiae“, della tripartizione della perfezione umana, cioè:
– Completo : ciò che contiene tutte le parti necessarie;
– Evoluto: ciò che è così buono che niente di simile potrebbe essere migliore;
– Spirituale: ciò che ha raggiunto il suo scopo, essendo la ricostituzione dell’immagine spirituale lo scopo ultimo e più nobile che un uomo possa perseguire.

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Proseguendo la lettura emerge che l’Archeosofia non è una sapienza umana, né appartiene a questo mondo. E si può intendere in modo ampio: mondo = il tempo di un ciclo evolutivo.
Infatti, il senso di “potenti di questo mondo” non dobbiamo per forza limitarlo ad una interpretazione materialistica, pensando ad un Re o ad un uomo potente, ma possiamo includere anche quelle potenze che agiscono e che per ora dominano il mondo in attesa della battaglia e del giudizio finale, prospettato dall’Apocalisse di San Giovanni.
Potenze di cui anche San Paolo parla spesso, così come parla spesso della necessità di combattere una guerra spirituale non contro la carne ma contro gli spiriti di nequizia che sono nei cieli.

4 pensieri su “Una Sapienza per i Perfetti – di Ettore Vellutini

  1. […] In primo luogo San Paolo scrive che della Sapienza di Dio, dell’Archeosofia se ne parla tra i perfetti. Non insisto troppo su questo argomento già trattato da Ettore Vellutini nel suo bell’articolo “Una Sapienza per i perfetti” https://lezionidiarcheosofia.wordpress.com/2016/07/15/una-sapienza-per-i-perfetti-di-ettore-vellutin… […]

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  2. […] Tommaso Palamidessi dà una definizione dell’Archeosofia (parola da lui coniata, composta da Archè che vuol dire Dio, principio dei principi, e Sofia, che corrisponde a Scienza, Sapienza) citando San Paolo nella Lettera ai Corinzi (2:6-16) ed ai Colossesi (1:26): “Tra i perfetti noi parliamo di sapienza, ma non di sapienza di questo mondo, né dei potenti di questo mondo che vengono distrutti, bensì parliamo di una sapienza di Dio avvolta nel mistero, che è stata nascosta, e che Dio predestinò prima dei secoli per la nostra gloria“. Leggendo bene questa definizione di San Paolo …  […]

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